Tag Archivio per: Francesco

Intorno alla metà del secolo scorso, a Conflenti ha operato una filodrammatica organizzata dai fratelli Francesco, Nicola e Anselmo Butera. Questa famiglia si distingueva per l’estro in vari campi artistici, dalla musica alla pittura e alla recitazione. Nicola e Francesco erano due bravi musicisti; il primo suonava la tromba, il secondo la fisarmonica, la chitarra e l’armonica a bocca. Francesco era anche poeta e soprattutto pittore: a lui si devono tante delle madonne e santi dipinti nelle cone e nelle chiese di Conflenti. La sede della filodrammatica era a Conflenti Superiore, al piano terreno di una casa situata in fondo a Via Marconi dove terminava quell’unica strada del paese. Lungo una parete del locale, che era anche sede del CRAL, sorgeva il palcoscenico su cui periodicamente gli attori rappresentavano commedie e drammi, sollecitando alternativamente negli spettatori il riso e il pianto.

Le prove si facevano sempre dopo cena, due o tre volte alla settimana, e vi potevano assistere gli ultimi avventori rimasti. Gli attori, esclusivamente maschi e casalini, con innato talento sopperivano alla mancanza di tecnica con la volontà e la passione. Tra essi, oltre i due fratelli Nicola e Francesco e il figlio di quest’ultimo Enzo, ricordiamo: ‘Ntoni e Mariano (perfetto nell’interpretazione di Cristo crocifisso),  Alfonso Vescio (interpretava le parti femminili), Benito Giudice, Gino Colosimo, Cicciu Cimino di Peppino. Tra le opere rappresentate  ricordiamo: Ali spezzate,  Sublime vendetta, Guerino detto il Meschino. Qualche volta la compagnia andava in tournée… a Conflenti Inferiore.

Oltre agli spettacoli da palcoscenico, i fratelli Butera organizzavano le farse di carnevale, con colorate sfilate per le vie del paese. Il divertimento era totale specialmente per i bambini, ma, come si dice, a carnevale ogni scherzo vale, e non venivano risparmiati i comportamenti anomali delle persone che, riconoscendosi nei versi mordaci dei farsari, chiudevano balconi e finestre al loro passaggio.

 

DI Antonio Coltellaro