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In un mondo dominato dagli uomini e caratterizzato dalla rassegnazione femminile, Donna Peppina si distinse per coraggio e per capacità che all’epoca venivano considerate prerogative esclusivamente maschili.
Nata a Decollatura nel 1901, in una famiglia di medici illustri, era venuta a Conflenti come sposa di un ricco proprietario terriero: il cav.  Michelino Isabella (Podestà’ di Conflenti dal 1926 al 1930).

Il marito però, morto per un’operazione mal riuscita, la lasciò ben presto vedova e con due figli da allevare.  Altre donne del suo livello sociale, secondo le regole non scritte del tempo, si sarebbero chiuse in casa e avrebbero affidato ad un fattore la gestione delle proprie terre.  Questo non fu il suo caso.
Si rimboccò le maniche e prese le redini della casa governandola con mano ferma e sicura. Prese a seguire personalmente quasi tutti i lavori dei campi: trebbiatura, mietitura ecc. Con grande energia cominciò a spostarsi a piedi o a dorso di un cavallo, seguita dal fido Guido, in tutte le sue proprietà, disseminate nei quattro angoli del paese.
I coloni se la vedevano piombare nei loro terreni in qualsiasi ora del giorno, anche all’alba, e discutere con competenza di lavori e prodotti.  Sapeva far valere i propri diritti, ma era pronta ad aiutare in caso di bisogno.
Accettò la presenza di un figlio gravemente malato, curandolo con amore e sopportandolo con rassegnazione quando creava dei problemi.  Non risparmiò mai soldi e fatica, portandolo nei più famosi ospedali d’Italia, non rinunciando mai alla speranza di alleviargli le sofferenze. 

Preferì fare a meno dell’aiuto che poteva darle l’altro figlio, Giovanni, mandandolo in collegio e invitandolo a occuparsi solo dei propri studi.
Benché i suoi problemi fossero tanti e le sue giornate piene, non lesinò l’impegno in altri ambiti e non rinunciò a dare l’esempio occupandosi di opere sociali e umanitarie: fu presidente dell’O.M.N.I. (Opera Nazionale Maternità’ Infanzia).
Negli anni immediatamente successivi al suo arrivo supportò, purtroppo senza successo, la battaglia portata avanti da Rodolfo Isabella per far passare la ferrovia da Conflenti.
In quegli anni la Calabro-Lucane, infatti, doveva eseguire il tracciato della linea ferroviaria, che da Cosenza portava a Catanzaro. Arrivati a Scigliano si intravedeva la concreta possibilità di far passare la linea per Motta S.Lucia e Conflenti, e quindi proseguire per Decollatura e Catanzaro.
Il dottor Rodolfo Isabella si adoperò con tutte le sue forze per ottenerla, ma si scontrò con la fortissima opposizione dei suoi stessi parenti, i Montoro, che erano contrari al passaggio della ferrovia dalle loro terre e ne impedirono il transito dal nostro territorio.

Ma Donna Peppina va ricordata anche per un’altra grande battaglia.
La giovane vedova diede avvio con grande determinazione, insieme a Peppe Calabria, autista storico del postalino, Rosina Stranges, Alessandro Paola e don Riccardo, alla ricostruzione della chiesetta della Querciola, che era rimasta incompiuta dal secolo precedente.
L’opera, anche grazie alle numerose offerte dei fedeli, venne portata a termine, e se oggi possiamo ammirare sulla collinetta di Serra Campanara la splendida chiesetta, tanto lo dobbiamo alla grande ostinazione dell’indimenticata Donna Peppina.

 

Una vera “madre coraggio” conflentese che è giusto ricordare.

                                                                                  

                                              di  A. Coltellaro

Il 7 giugno 1578 la Madonna apparve per la prima volta al pastorello Lorenzo Folino su una grande quercia della collinetta di Serra Campanara poco distante da Conflenti. La notizia della straordinaria apparizione si diffuse tra tutta la popolazione di Conflenti e dei paesi vicini e la località divenne ben presto meta di pellegrinaggi e luogo di culto.

Per rendere omaggio alla Vergine sul finire del ‘500 vennero costruite alcune edicole sacre; una di esse racchiude un grosso sasso levigato che si dice contenesse una pedata della Madonna. Oggi l’impronta non è più visibile in quanto le intemperie e lo strofinio ripetuto delle mani dei fedeli, come segno di devozione, l’hanno completamente erosa.
La più grande di queste edicole, nel 1864, fu demolita e al suo posto venne costruita una chiesetta grazie al forte interessamento del notaio Antonio Maria Vescio e del cappellano don Luigi Stranges.
Il notaio, in questo modo, intendeva ringraziare la Vergine di Visora per la sua miracolosa guarigione da una brutta malattia, avvenuta proprio nel giorno della festa della Madonna.
Per compiere la sua opera acquistò, con atto pubblico debitamente trascritto, tutto il terreno intorno alla quercia dov’era avvenuta la prima apparizione e si fece promotore di una raccolta di offerte che ebbe un buon successo e permise ben presto di dare avvio ai lavori.

Il 18 maggio di quello stesso anno il vescovo, Mons. Giacinto M. Barbieri, benedì la prima pietra della nuova chiesa. L’intenzione del notaio era quella di costruire anche un romitorio, purtroppo il suo rimase solo un sogno e anzi il notaio non riuscì a completare neanche la costruzione della chiesetta.
Per quanto riguarda la grande quercia su cui era apparsa la Madonna, essa fu venerata fino alla sera del 21 Luglio 1921, cioè fino a quando un incauto passante, accendendo un fuoco nelle vicinanze dell’albero, ne provocò la distruzione. Dal paese accorse molta gente per spegnere il fuoco, ma ogni sforzo fu inutile: non si riuscì a salvare la pianta. Alcuni rami e parte del tronco furono conservati all’interno della chiesa.

Dopo parecchi decenni di completo abbandono, nel 1958, grazie all’interessamento di alcuni conflentesi, tra cui Donna Peppina Butera, Donna Rosina Roberti, Peppe Calabria e Alessandro Paola e con il contributo di generose offerte specialmente dagli emigrati, si ripresero i lavori di completamento del sacro edificio.
Nel 1968 la chiesetta venne finalmente completata. Fu rifatto il tetto a regola d’arte, ripresa la facciata, fu ricostruito il campanile dotandolo di una bella campana e, inoltre, fu spianato tutto il terreno su cui sorgeva la quercia dell’apparizione della Madonna.
A completamento di questa importante opera di restyling del luogo, negli ultimi anni la chiesa è stata  portata a nuovo e mai visto splendore dall’opera di un artista  maltese, Nathanael Theuma, attirato a Serra Campanara dalla bellezza e sacralità del  posto.

L’ artista maltese, col contributo volontario di maestranze locali, ha completamente cambiato il volto della chiesa, ristrutturando la facciata e il sagrato in pietra e rifacendo a nuovo tutti gli interni.
Le pareti sono state affrescate dallo stesso con dipinti bellissimi raffiguranti vari momenti della vita della Madonna e di Gesù.
Sempre lui è autore dello spettacolare colpo d’occhio dell’abside, in cui una Vergine Maria splendente troneggia sulla quercia dov’è apparsa la prima volta, in un’opera strabiliante in cui i resti dell’albero si intrecciano magnificamente col dipinto.

La chiesa è diventata, grazie all’opera di questo artista, un’oasi di pace di assoluta bellezza, uno splendido scrigno fra i tesori di Conflenti.
La facciata principale presenta un portale con arco a tutto sesto e al di sopra una finestra per illuminare l’aula, termina con il timpano. Sulla destra si eleva il campanile su due livelli. L’interno è a navata unica con abside semicircolare, a dividere i due ambienti l’arco trionfale ribassato.
A ricordare la prima apparizione della Madonna, da tanto tempo ormai, il 2 luglio si celebra in loco una festa molto sentita dalla comunità.

Inoltre dal 1988, la penultima domenica di agosto, si svolge, per iniziativa fortemente voluta dall’attuale rettore del santuario, sac. don Adamo Castagnaro, una suggestiva e spettacolare fiaccolata notturna che, partendo dalla chiesetta e attraversando tutte le stazioni di una bellissima via crucis, abbellita da 15 stazioni con pannelli in bassorilievo realizzati dall’artista M. Carnevali, si conclude al santuario di Conflenti.La bellissima fiaccolata, che dal paese e dintorni si lascia ammirare con un colpo d’occhio meraviglioso, è ormai uno degli appuntamenti fissi e più sentiti del mese mariano.