LA STORIA MERAVIGLIOSA DELLA MADONNA DELLA QUERCIA DI VISORA
Sul finire del XVI secolo, nel pieno di una epidemia di peste che stava sconvolgendo la Calabria, a Conflenti, che era allora un piccolo e isolato casale facente parte della Contea dei Baroni d’Aquino, si verificò una serie di eventi eccezionali la cui eco si sparse in tutto il Regno di Napoli fino a giungere in Vaticano. Questi fatti che riguardano le apparizioni della Vergine Maria e molti altri eventi prodigiosi, sono stati tramandati fino ai giorni nostri, oltre che dalla tradizione orale, anche da un prezioso manoscritto anonimo del 1783, ritrovato nel 1850, riguardante la storia del Santuario della B. Vergine Maria delle Grazie di Visora in Conflenti.
Tale manoscritto, recuperato con il prezioso aiuto del notaio Antonio Maria Vescio e contenente il dossier redatto dal cancelliere vescovile Nicolangelo Baratta negli anni 1579-1580, fu interamente riportato nel libro “Sacre Memorie della Gran Madre di Dio apparsa miracolosamente a Conflenti”, scritto dal sacerdote Carlo Montoro nel 1862, e riedito successivamente nel 1890 e nel 1981.
Le “Sacre Memorie” raccontano con dovizia di particolari, le apparizioni mariane e le straordinarie vicende che a partire dal 7 Giugno 1578 accaddero a Conflenti, così come erano state trascritte dal Cancelliere Baratta nel suo articolato “dossier”.
Il “dossier” era stato voluto dal Vescovo di Martirano Monsignor Mariano Pierbenedetto, inizialmente molto restio a credere alla veridicità degli eventi, per escludere che si trattasse di fenomeni di suggestione e fanatismo collettivo dovuti alle precarie condizioni di vita della popolazione.
L’alto prelato aveva dato incarico con lettera commissariale al suo dotto Cancelliere Nicolangelo Baratta affinché girando per le due province della Calabria si accertasse e raccontasse quanto di grande e prodigioso era accaduto in quel tempo a Visora, registrando accuratamente tutte le testimonianze.
Il Baratta impiegò circa nove mesi per espletare le necessarie indagini ed allestire un ampio “fascicolo” con la fedele trascrizione delle apparizioni e degli avvenimenti miracolosi operati dalla Madonna di Visora nel periodo che va dal 7 giugno 1578 a metà febbraio 1580, così come gli erano stati riferiti a viva voce dai diretti beneficiari incontrati personalmente in ben 13 Diocesi della Calabria.
Di seguito riportiamo le testimonianze dei più importanti fatti prodigiosi accaduti in quel tempo a Conflenti e trascritti nel “processo”.
Apparizioni e miracoli
Le apparizioni della Madonna trascritte dal Cancelliere nel suo articolato “processo” sono in tutto dieci.
La prima apparizione avvenne il 7 giugno 1578 (di sabato) ad un umile pastore di Conflenti Sottani, Lorenzo Folino, il quale, mentre pascolava il gregge e riposava sotto una quercia in località Piano della Croce, venne improvvisamente svegliato da un’insolita armonia e s’incamminò verso il piccolo monte “Serra Campanara”, da dove proveniva quella dolce melodia. Vide su una quercia una Signora avvolta da tantissime bianche colombe che chiedeva la costruzione di una Chiesa presso la quercia di Visora. Il giovane pastore lasciò incustodito il gregge e corse immediatamente al paese per riferire l’avvenimento al Sindaco Notar Antonio Paladino ed al Parroco don Gianpietro Vescio, i quali non credettero una sola parola di ciò che riferiva il Folino.
Dopo questa prima apparizione sulla quercia di Serra Campanaria, ove ora sorge una bellissima chiesetta dedicata alla Vergine, la Madonna si rese visibile dopo una settimana, il 14 Giugno, presso il “ceraso dell’augurelli”, sulla pubblica via, ad una anziana e onesta contadina Vermiglia Mercuri, ove ora a ricordo esiste una piccola edicola votiva. Anche lei si presentò davanti al Parroco e al Sindaco chiedendo a nome della Vergine Maria la costruzione di una chiesa ma non fu creduta.
Le successive 8 apparizioni mariane avvennero tutte presso la quercia di Visora in Conflenti, indicata dalla Vergine Maria al pastore Folino, dal monte Serra Campanara.
La terza apparizione, il 24 Giugno, forse la più celebre coinvolse Giovanni Calabria, che era il mastro giurato del paese, una sorta di giudice conciliatore dei nostri tempi, una persona di indubbia credibilità che era cieco di un occhio e zoppo fin dalla nascita. Giovanni vide un luccichio sulla grande quercia e al centro una maestosa regina: scomparsa la visione e completamente guarito, il mastro giurato cominciò a bussare alle case degli amici. La guarigione dell’infermo, a differenza di quanto era accaduto in precedenza a Lorenzo e Vermiglia, convinse subito tutti della veridicità del racconto.
La quarta apparizione, il 30 Giugno 1578, ebbe come protagonisti i giovani Giantommaso Mete e Pietro Mastroianni.
La quinta, il 1 Luglio, il sacerdote di Conflenti Sottano Prospero Calabria, fratello di Giovanni miracolato pochi giorni prima. Il sacerdote a seguito dell’evento diede la sua quota patrimoniale per la costruzione della chiesa e si recò con altri delegati dal Vescovo per riferire il messaggio ricevuto dalla Vergine Maria.
Il veggente della sesta apparizione il 3 Luglio, fu il nobiluomo Giovanni Paladino insieme al compaesano Giantommaso Mindarello.
La settima apparizione il 25 Luglio ebbe per protagonisti il sacerdote Don Andrea Falascino, economo della parrocchia, e il Sindaco notaio Antonio Paladino. Ad essi la Madonna oltre alla solita richiesta di costruzione del tempio disse che la peste che stava incombendo in tutti i paesini del circondario, non avrebbe toccato Conflenti Sottani e sarebbe sparita a breve da Conflenti Soprani, e così fu infatti il giorno stesso furono tolti gli steccati tra i due casali e il morbo fu debellato.
L’ottava apparizione avvenne il 25 Agosto a Delicia Ponti e Margherita Vescio, preannunciata da S. Martino .
La nona apparizione, il 12 marzo del 1579, fu alquanto singolare in quanto coinvolse ben quattro persone insieme, tutte di Conflenti, Bernardino Roperti, Pietro Dello Scavo, Domenico Pingitore e Tommaso Uccello.
La decima e ultima apparizione avvenne il 25 Marzo, i veggenti furono ben nove persone, differenti per patria, condizione e sesso: Leonardo Nicolazzo e Vincenzo Perri di Motta S. Lucia, Faustina Pandolfi di Conflenti, Cesare di Paula e Domenico Chiariti di Rogliano, Valerio di Sorito, Michele Lanza, frate Geronimo conventuale di Gerace e Giovanni Montinaro di Genova, la diversa provenienza di queste persone testimonia quanto ormai fosse conosciuta dappertutto la vicenda di Visora.
Analizzando e comparando le varie apparizioni della Vergine Maria a Conflenti, possiamo quindi affermare che i veggenti furono molti, di diverso ceto sociale e di diversa educazione e cultura: un pastore, un’anziana contadina, il mastro giurato del paese, un sacerdote, alcuni giovani, il parroco e anche molte persone insieme.
Ciò preserva l’evento mariofanico da possibili critiche di autosuggestione o isterismo, anche perché furono attestate guarigioni eclatanti verificabili da tutti.
I racconti riportati dai veggenti e presenti nelle “Sacre memorie”, hanno molti particolari in comune quali l’ascolto di una “soave celeste armonia” e la richiesta della costruzione del tempio in località Visora, che a quei tempi era una zona poco distante dal paese e completamente disabitata e boscosa.
Anche le testimonianze relative alla visione della Vergine Maria sono sostanzialmente simili: “una Gran Signora circondata da colombe”, “una nobilissima matrona circondata da angeli”, “una celeste maestosa regina”, “una nobile signora”, “una celeste matrona”.
Le altre apparizioni
Le apparizioni riportate nelle “Sacre Memorie” in realtà furono in tutto dodici, poiché oltre a queste dieci della Beata Vergine, sono descritte anche altre due prodigiose visioni.
La prima, del 23 giugno 1578, riguarda l’apparizione presso le Croci di Visora (localizzabile nell’attuale tratto di strada tra il pioppo e il bivio del “Cavonello”) di San Giovanni Battista, San Nicola di Bari e Sant’Andrea (protettori di Conflenti) ad una vedova di umili e modesti costumi, Delicia Mastroianni, predicendo alla donna la costruzione di un Tempio dedicato alla Madonna entro poco tempo in quel luogo.
La seconda, il 15 luglio 1578, al giovane Antonio Formica, sordomuto dalla nascita, riguarda l’apparizione di un luminosissimo Crocifisso Vivente sempre sulla Quercia di Visora. All’avvenimento erano anche presenti don Prospero Calabria e il Sindaco Antonio Paladino. Il giovane, al termine della visione, si ritrovò guarito dalla sordità e dal mutismo.
Gli altri eventi miracolosi
Nelle sacre memorie oltre alle apparizioni si possono leggere nella loro integrità, completezza e dovizia di particolari, anche tutti gli altri eventi miracolosi riconducibili alla reale presenza della Madonna a Visora. Alcuni miracoli erano avvenuti durante le apparizioni, altri erano stati riferiti al Cancelliere vescovile Baratta, nel corso del suo viaggio per tutte le diocesi della Calabria, dagli stessi miracolati presso la Quercia di Visora.
Le testimonianze furono moltissime e alcune di esse furono eclatanti, poiché interessarono persone importanti del tempo come il Barone Tommaso D’Aquino, che riacquistò la vista. Clamoroso fu il miracolo che coinvolse l’intera città Cosenza, liberata dalla peste (il magistrato del tempo, Roberto Ropertucci scrisse una lettera di ringraziamento al Vescovo di Martirano e inviò diversi doni al Santuario).
I miracoli furono innumerevoli e destarono interesse in tutto il Regno di Napoli: ciechi che riottennero la vista, invasati dal Demonio che vennero liberati, storpi che guarirono, bambini gravemente malati che vennero salvati, la prodigiosa resurrezione di un bambino morto, e tanti altri ancora.
Il libro delle Sacre Memorie riporta anche la testimonianza del prof. Gian Lorenzo Anania (1545-1609), teologo della città di Taverna, che passando da Conflenti nel 1579 e rimanendovi per tre giorni fu spettatore di numerosi miracoli avvenuti davanti alla quercia di Visora. Tale attestazione è descritta nell’opera intitolata De Natura daemonum, stampata a Venezia presso Aldo Manunzio nel 1579.
Quello che impressiona oltre al numero considerevole degli eventi miracolosi è il diverso luogo di provenienza delle persone coinvolte, a testimonianza di quanto importante e conosciuta fosse la devozione verso la Madonna di Visora, anche fuori dalla Calabria.
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